Consapevolizzare i movimenti spontanei che effettua il bocchino sulle labbra, per l’appunto l’imperniamento nella tromba, ci consentirà un’esecuzione più fluida e brillante; migliorerà la qualità del suono e contestualmente ne faciliterà anche la sua produzione; avremo maggior controllo e agevolerà lo sviluppo della muscolatura necessaria per la produzione e il sostegno dei suoni del registro acuto.
Ciao e bentornato!
Oggi ho deciso di dire la mia riguardo l’imperniamento nella tromba. Dalla mia personale esperienza ho potuto constatare un notevole miglioramento e una maggiore facilità di esecuzione da quando ho deciso di analizzare, memorizzare ed interiorizzare questo movimento.
Due paroline al riguardo
Quando si parla di movimento si intende la “direzione” che assume il bocchino nel passaggio da una nota all’altra. Chiaramente questo movimento condiziona l’appoggio del bocchino sulle labbra e di conseguenza anche la pressione che lo stesso esercita su di esse.
Nel registro grave, quando impernieremo verso l’alto, la pressione del bocchino sul labbro inferiore sarà ridotta. Di conseguenza, quando suoneremo nel registro acuto, esercitando un imperniamento verso il basso, la pressione del bocchino sul labbro inferiore tenderà ad aumentare.
Tale movimento è minimo quando ci muoviamo per intervalli congiunti, mentre diventa più evidente quando eseguiamo intervalli ampi o quando ci spostiamo da un registro all’altro.
Ti sarai di certo accorto come la maggior parte dei trombettisti quando esegue dei salti, soprattutto ampi, muove la tromba su e giù.
Bene, questo movimento, per quanto mi riguarda, in passato era affidato ad un istinto incontrollato e di conseguenza, l’ampiezza di tale movimento, risultava essere approssimata.
E tu? Ti sei mai soffermato ad analizzare l’ampiezza di questi movimenti? E soprattutto ti sei mai chiesto se nel tuo caso sia veramente necessario?
Come detto prima, se questi movimenti vengono eseguiti volutamente e non inconsciamente, attraverso esercizi mirati, verranno presto interiorizzati; ne consegue che saremo più concentrati sull’esecuzione musicale. Ma affinché possano diventare spontanei ed agevolarci realmente, occorre in una prima fase, analizzare bene e memorizzare l’ampiezza ideale che fa al caso nostro.
In passato ho sempre cercato di muovere meno possibile l’imboccatura ma oggi mi sto rendendo conto che l‘ostinarsi a mantenere la posizione ferma mi ha spesso ostacolato; ha spesso bloccato la vibrazione, causato problemi di intonazione, oltre a rallentare la flessibilità dei suoni armonici e lo sviluppo del registro acuto.
Equilibrio prima di tutto
Anche in questo caso non posso che sottolineare che è solo questione di EQUILIBRIO.
L’imperniamento deve risultare utile alla nostra esecuzione, deve cioè semplificarci la vita e non complicarcela; affinché possiamo capire se fa al caso nostro o meno, bisogna sostanzialmente valutare quanto segue:
- quanto imperniare, valutare cioè l’ampiezza effettiva oltre la quale la produzione del suono torna a peggiorare;
- in che direzione e perché, giustificarne la scelta con risultati tangibili;
- in quale area applicarlo, potremo trovarlo agevole nel registro medio, grave e acuto.
Imperniamento nella tromba: entriamo nel merito
Per quanto riguarda il primo punto, all’inizio bisogna sperimentare diversi movimenti, lentamente, in modo da poter individuare meglio quello che fa al caso nostro e, in una seconda fase ed una volta accertata l’utilità e l’ampiezza, ripeterlo più volte affinché possiamo memorizzarlo.
Riguardo al punto due invece, vorrei aggiungere che tale movimento deve essere valutato e giustificato anche dalla dentatura o dalla muscolatura facciale. Ogni caso è a sé, i nostri corpi sono diversi e di conseguenza diverso potrebbe essere l’imperniamento per ciascuno di noi.
Per quanto riguarda il punto tre, posso affermare che nel mio caso trovo proficuo poggiare il bocchino esattamente con la stessa pressione, sia sui denti superiori che inferiori nel registro centrale; nel registro grave trovo agevole imperniare verso l’alto e leggermente a sinistra mentre nel registro acuto mi agevola imperniare verso il basso e leggermente verso il lato destro.
Gli esercizi sugli intervalli, sui salti di ottava e sulle scale veloci, che vedremo nel video dimostrativo, mostrano chiaramente il movimento che avviene, nel mio caso, quando si passa da un’area all’altra.
Una volta stabilito quanto elencato nei punti sopra, non ci rimane che crearci degli esercizi apposta per interiorizzare tali movimenti.
Per questo compito ho creato gli Esercizi di Imperniamento Preliminari, che vedremo di seguito e che potrai scaricare direttamente dall’area SPARTITI SCARICABILI.
Esercizi Preliminari
Di questi esercizi se ne possono creare diversi, in questo articolo ne ho proposti tre che possiamo anche trovare nel video in allegato. In ogni caso una volta stabilito il lavoro da fare, viene da sé che possiamo crearci degli esercizi apposta, in base al nostro livello ed in base all’area che intendiamo analizzare.
Inoltre, non appena li avremo interiorizzati, possiamo creare delle varianti; in seguito poi, affinché possiamo verificarne la validità e l’efficacia, possiamo praticarlo su determinati passaggi a scelta, tratti dagli studi o dai pezzi da concerto che già conosciamo e che eseguiamo abitualmente.
Qualche suggerimento
Ricordiamoci di praticare questi esercizi fino a quando non avremo interiorizzato l’imperniamento, valutando, soprattutto nella fase iniziale, anche la possibilità di far riflettere la nostra immagine davanti ad uno specchio durante lo studio.
Un ultimo aspetto fondamentale da tenere in considerazione, prima di passare all’esecuzione degli esercizi proposti, è che spesso dopo aver effettuato l’imperniamento sulla seconda nota, non siamo più in grado di ritrovare la posizione iniziale quando ritorniamo sulla prima nota.
Ce ne accorgiamo, se siamo attenti, dalla qualità della nota stessa, la quale quando ci saremo ritornati risulterà essere stonata o comunque con caratteristiche timbriche differenti rispetto alla prima volta che l’abbiamo eseguita (vedi esercizi preliminarI nn. 2 e 3).
Esercizi di PRATICA Giornalieri
Vediamo adesso quali esercizi praticare quotidianamente per interiorizzare l’imperniamento.
In direzione opposta rispetto al n° 2 e spesso proposti con una serie di varianti, possiamo interiorizzare l’imperniamento anche con i seguenti esercizi:
Gli esercizi che seguono abbinano oltre alla pratica dell’imperniamento la tecnica di velocità su scale, ricordiamoci quindi eseguirli in tutte le tonalità;
Quest’altro esercizio è stato pensato per analizzare, memorizzare ed interiorizzare il movimento discendente del mento quando si scende nel registro grave.
Seguono due esempi basati sull’intervallo di ottava sia ascendente che discendente:
Variante all’esercizio precedente utile per velocizzare il movimento del capo nel salto di ottava e per velocizzare le dita sulla pratica delle scale:
Altri due esercizi sviluppati su due ottave dove si può vedere chiaramente il movimento prima di scatto, nei salti, e poi graduale e spontaneo, nelle scale, che avviene quando si passa da un registro all’altro:
L’inciso che segue, deriva da una cadenza famosissima di Dizzy Gillespie tratta dallo standard A Night in Tunisia; in questo caso è stata utilizzata per lavorare sull’imperniamento nelle 3 ottave, per sviluppare il registro acuto ed infine per familiarizzare con questa interessante disposizione intervallare (vedi articolo sugli intervalli).
Ricordiamoci che tutti gli esercizi finora proposti sono solo esempi; ogni esercizio deve essere cucito su misura in base al nostro livello attuale. In ogni caso è sempre consigliabile creare degli esercizi apposta che ci consentono di poterli eseguire con consapevolezza.
Video – Pratica Giornaliera
Ultimissime considerazioni
Mi preme ancora sottolineare che tutti gli esercizi vanno eseguiti in tutte le tonalità e meglio ancora se procedendo cromaticamente in senso ascendente fino a raggiungere il massimo delle nostre capacità.
E’ mia abitudine invece praticare gli esercizi in direzione discendente e fino all’ultimo suono praticabile, subito dopo una fase impegnativa, in modo da consentire alle labbra di poter defaticare un pochino e di riportarle così alla elasticità iniziale.
Per concludere
Dalla mia personale esperienza ho potuto constatare che già dopo pochi giorni i movimenti sono stati interiorizzati. Grazie all’imperniamento è migliorata la flessibilità, l’intonazione e la fluidità; anche suonare nel registro acuto è diventato meno impegnativo. Inoltre, dopo la fase iniziale, l’ampiezza stessa dei movimenti si è ridotta e i salti ampi sono diventati più semplici da eseguire.
Credo sia fondamentale consapevolizzare questo importante aspetto tecnico della tromba e che, se praticato correttamente, dopo un certo periodo di tempo possa dare risultati davvero sorprendenti.
Facciamo entrare l’imperniamento tra gli aspetti tecnici importanti della nostra pratica giornaliera, così come avviene per la postura, la diteggiatura, l’articolazione, la respirazione, ecc.
In ogni caso vale sempre la regola che una cosa può essere utile per qualcuno e meno utile per qualcun altro.
Non ci rimane che provare per scoprirlo.
Buon Lavoro e alla prossima.