Ritengo molto importante affrontare lo studio delle scale musicali nella tromba in quanto, a mio avviso, bisogna assolutamente interiorizzarle per poter ottenere un miglioramento sia dal punto di vista musicale che nella padronanza stessa dello strumento.
Affinché ciò accada, bisogna che la loro pratica sia inserita all’interno del nostro studio giornaliero. Così facendo ne diventeremo realmente “padroni”, sfruttandone al meglio tutti i vantaggi che ne derivano.
Ciao sono Cataldo ed oggi parleremo di scale.
Andiamo subito a vedere perché e soprattutto come studiare le scale affinché possano realmente darci i risultati sperati e, di conseguenza, migliorare le nostre abilità musicali.
Perché studiare le scale musicali nella tromba
Dall’esperienza che nel tempo ho avuto modo di maturare, penso che la loro utilità possa essere sintetizzata principalmente in 3 elementi molto importanti.
Primo elemento
È il più importante di tutti, riguarda il grado di consapevolezza intervallare che siamo in grado di mantenere soprattutto grazie ad una enorme dose di concentrazione. Che significa?
Diciamo che muoverci in senso ascendente e discendente, solo in alcune tonalità, magari inserendo il “pilota automatico”, ci serve veramente a poco se non per la pratica di esercizi utili per lo sviluppo della muscolatura, come vedremo nel paragrafo successivo.
Abituiamoci a consapevolizzare, intervallo per intervallo, tutti i suoni della scala, a sentirne cioè i colori e a percepirne le diverse sensazioni.
Questo significa che, mentre suoniamo la seconda nota della scala, siamo consapevoli che si tratta di un intervallo di seconda maggiore, mentre suoniamo la terza nota, una terza maggiore e così via; ovviamente se ci stiamo esercitando sulle scale maggiori.
L’argomento potrebbe complicarsi quando affrontiamo scale che presentano tante alterazioni; in quel caso è bene rallentare il tempo e soffermarsi su quella tonalità per un periodo di tempo maggiore.
In ogni caso, l’errore che non bisogna assolutamente commettere è quello di pensare alle posizioni anziché all’intervallo, illudendosi così di poter alleggerire il compito. Quel che potrebbe sembrarci una scorciatoia, in realtà ci creerà molta confusione in futuro quando, cioè, dovremo fare i conti con tonalità più scomode o quando affronteremo lo studio di altre scale, come per esempio quelle minori.
Credo che questa malsana abitudine potrebbe portarci a suonare in maniera Inconsapevole!
Poniamo quindi molta attenzione a questo aspetto!
Questo sì che farà la differenza!
Consapevolezza – anche nello studio delle scale!
Impariamo sempre a consapevolizzare l’intervallo, interiorizziamone il suono, le vibrazioni, sentiamo le diverse sensazioni che ognuno di esso ci provoca (intervallo consonante o dissonante); così facendo riusciremo finalmente ad ottenere il massimo dalla pratica degli esercizi su scale.
Suoniamo sempre nel presente!
come ci ricorda a tal riguardo il grande Miles Davis :
Perché suonare tutte queste note quando possiamo suonare solo le migliori?
E mi permetto di aggiungere: come possiamo scegliere le note migliori se non siamo consapevoli di ciò che stiamo suonando?
Attraverso un lavoro assiduo sulla concentrazione, saremo poi in grado di gestire al meglio un’esecuzione ed è proprio attraverso quest’ultima che possiamo migliorare il nostro livello di consapevolezza.
Viviamo al massimo questa esperienza musicale!
Secondo elemento
Anch’esso molto importante, ma complementare al primo. Diciamo che attraverso la conoscenza delle scale musicali nella tromba possiamo creare, o semplicemente eseguire, esercizi utili per lo sviluppo e il rinforzo della muscolatura; nel caso del nostro strumento, esercizi specifici per lo sviluppo del registro grave e del registro acuto.
Come potremmo infatti lavorare sul registro acuto, dove occorre avere massimo equilibrio tra flusso d’aria e corretto uso della lingua, dove i muscoli cedono dopo pochi minuti e spesso la pressione del bocchino è elevata se non attraverso le scale? E come possiamo valutarne il corretto procedimento se man mano che saliamo di registro commettiamo continuamente errori di diteggiatura?
Avere alla base una buona conoscenza delle scale musicali nella tromba, ci consente di focalizzarci su altri aspetti necessari da tener presente durante la fase di studio, (aria, lingua, ritmo, ecc.) soprattutto quando si affronta il lavoro in aree scomode o faticose, dove è facile irrigidirsi o semplicemente è complicato mantenere un corretto equilibrio.
Terzo elemento
Di carattere esclusivamente musicale; qualsiasi discorso musicale infatti fa quasi sempre riferimento al concetto di scala. A volte può presentarsi per intero, con melodie basate su scale o frammenti di essa, mentre altre volte il nostro discorso musicale è presentato da disposizioni intervallari che comunque fanno riferimento ad essa, intesa come tonalità; di conseguenza, tanto più farà rifermento alla scala, tanto più il nostro discorso musicale sarà orecchiabile.
Conoscere bene le scale e sapere districarsi bene con esse, ci farà intercettare meglio il concetto di frase, di discorso musicale nonché l’idea complessiva del brano stesso, intesa anche come quell’insieme di relazioni armoniche in esso contenute. Inoltre, la padronanza di esse ci darà la possibilità di poterci soffermare su altri aspetti non meno importanti della nostra esecuzione musicale, come ad esempio l’interpretazione, la dinamica, ecc.
Agevolerà così il nostro lavoro sia in termini di velocità di apprendimento, (migliorerà infatti la lettura a prima vista, in quanto saremo in grado di codificare più velocemente le funzioni armoniche) che in termini di qualità esecutiva-interpretativa (potremo soffermarci meglio sui dettagli estetici e valorizzare al massimo le nostre conoscenze teoriche).
Altri benefici secondari
Quando avremo memorizzato e consapevolizzato gli intervalli delle scale maggiori e affronteremo lo studio delle altre scale, potremmo velocizzarne la pratica semplicemente concentrandoci solo sul suono che cambia, in quanto tutta la struttura precedentemente assimilata non cambia.
Volendo, per esempio, suonare la scala minore melodica, basterà adesso sostituire la terza maggiore con la terza minore mentre tutto il resto rimarrà praticamente identico.
Affrontare lo studio in questo modo, farà accrescere la nostra sensibilità musicale, la nostra percezione dei suoni migliorerà e anche l’intonazione ne gioverà molto.
Le scale di ogni ordine e grado
Quando si parla di scala, è ovvio che si intendono tutte le scale: maggiori, minori, cromatiche, ecc. Se poi ci avviciniamo al mondo jazzistico allora dobbiamo fare i conti anche con scale modali, diminuite, esatonali, ecc.
In questo articolo prenderemo come riferimento solo le scale maggiori. Una volta praticati i modelli di esempio che vi propongo, possiamo benissimo eseguirli anche su tutte le altre scale.
Parleremo inoltre dell’utilità di inserire questi esercizi nella nostra programmazione quotidiana; è in base al nostro livello infatti che dobbiamo programmare il nostro percorso di studio.
Potremo includere, per esempio, una tonalità nuova a settimana e praticare tutti gli esercizi che vedremo in seguito finché non li avremo assimilati bene, oppure programmare un intero mese per la pratica di tutte le scale maggiori, minori, ecc.
Ovviamente gli esercizi vanno pensati sempre in base al nostro livello. Se siamo ancora alle “prime armi”, possiamo creare esercizi più semplici o semplicemente praticarli lentamente.
Inoltre, mi preme sottolineare che tutti gli esercizi proposti sono pensati per ottenere maggior fluidità possibile e di fatto presentati con articolazione legato ma ciò non esclude la possibilità di praticarli con tutte le altre forme di articolazione che conosciamo.
Inoltre, è sempre bene dare le giuste priorità. Se riteniamo importante migliorare la conoscenza delle scale, allora occorre che ne programmiamo i tempi di realizzazione, verificandone di conseguenza i risultati, anche attraverso feedback periodici e per iscritto.
Come studiare le scale
Uno degli esercizi che pratico e che suggerisco per imparare le scale, è quello che propone di iniziare dal suono fondamentale, prosegue aggiungendo una nota alla volta e ritorna indietro fino alla nota di partenza; tocca così su tutti i gradi della scala fino a raggiungere l’ottava.
Scala su Modo Cromatico
Prendendo spunto dall’idea precedente, possiamo creare un esercizio simile basato questa volta sulla scala cromatica. Questo esercizio, che pratico con cadenza costante, lo ritengo eccellente per il sincronismo delle dita con il flusso dell’aria e soprattutto per testare la nostra concentrazione.
Un’interessante variante potrebbe essere quella di un esercizio che prosegue con andamento ascendente anziché discendente.
Esercizio di velocità su scale
Un altro esercizio che trovo funzionale per ottenere un perfetto sincronismo tra le dita e il flusso dell’aria nonché un corretto uso della lingua, è quello proposto nell’esempio che segue. In pratica propone di studiare le scale raggiungendo prima la quinta e poi la nona in modo ascendente e discendente con andamento veloce.
Ricordiamoci di accentuare la prima nota di ogni quartina con una leggera spinta di aria come suggerito dall’accento acuto posto sopra le note.
Ovviamente da eseguirsi in tutte le tonalità e cercando di raggiungere il registro più acuto possibile. A tal proposito, questo esercizio diventa molto utile quando decidiamo di soffermarci nel perfezionare il registro acuto.
Immaginiamo di volere lavorare sulla nota Do (suoni reali per intenderci); a mio avviso è più agevole arrivarci attraverso una scala, o un frammento di essa, piuttosto che attaccare il suono in maniera diretta; ovviamente è meglio arrivarci con dei suoni che fanno riferimento alla scala di Do (tonalità).
Affinché non accada un intoppo dietro l’altro, occorre possedere una diteggiatura agile e precisa nella scala di riferimento, che ci consentirà infatti di concentrarci esclusivamente sulla movimento della muscolatura e sulla corretta gestione del flusso d’aria. Con maggiore lucidità mentale saremo in grado di gestire meglio tutti gli altri aspetti necessari per lo sviluppo e il consolidamento di tale registro (movimento della lingua, direzione delle labbra, eventuale inclinazione dello strumento e relativo appoggio del bocchino sulle labbra).
L’esercizio proposto ci aiuta molto per la coordinazione e la realizzazione di tali procedimenti.
Nel caso non l’avessi ancora fatto, approfondisci l’argomento leggendo i seguenti articoli:
Stimoliamo il nostro lavoro, viva la tecnologia!
Possiamo rendere la pratica del nostro studio più stimolante suonando gli esercizi con l’ausilio di un accompagnamento musicale; quest’ultimo possiamo crearlo facilmente se abbiamo un pianoforte digitale, una tastiera o semplicemente un’app nel cellulare che crea basi musicali in maniera istantanea, impostando semplicemente il tempo, lo stile e l’accordo di riferimento. (Ireal, Band in a Box, ecc.)
Scala sì, ma a quattro a quattro
Un altro modo per memorizzare gli intervalli attraverso lo studio delle scale è attraverso l’esercizio che vi presento di seguito. Si tratta di suddividere la scala in gruppi di 4 note, da eseguirsi sia in direzione ascendente che discendente. Durante la pratica manteniamo la concentrazione sulla prima nota di ogni quartina relazionandola alla distanza intervallare del primo grado della scala di riferimento. I numeri sotto le quartine ci indicano appunto l’ampiezza dell’intervallo in rapporto alla tonica. Se vogliamo possiamo accentuare la prima nota di ogni quartina, evidenzierà ancora di più la scala presa in oggetto.
Questo procedimento è il tipico esempio del concetto molto interessante di Suonare Consapevolmente!
Costruiamo delle Progressioni su scale
Un interessante lavoro che mi piace molto fare, è quello di creare delle progressioni, formate da piccoli frammenti scaleggiati, nel caso seguente anche arpeggiati, che procedono diatonicamente in direzione discendente e per tutta l’estensione dello strumento (Esercizio 1).
Per velocizzarlo ho pensato di creare due varianti: nel primo caso (vedi esercizio 1 A) velocizzo la scala, eseguendola a semicrome e nel secondo caso (esercizio 1 B) invece velocizzo l’arpeggio. Quando raggiungiamo la velocità desiderata possiamo riproporre l’esercizio 1 al doppio del tempo.
Guarda il video!
Riassumendo
Ritengo questi esercizi utili per:
- aumentare la velocità e l’agilità della diteggiatura;
- affrontare e interiorizzare tutte le tonalità;
- sviluppare la muscolatura e il controllo nei registri scomodi;
- perfezionare vari tipi di l’articolazione;
- possibilità di riproporli nelle altre scale.
Bene, siamo giunti alla fine di questo articolo.
Questo è il mio modo di concepire tutto ciò che riguarda le scale musicali nella tromba, il loro utilizzo e la loro importanza nella pratica giornaliera dello studio del nostro strumento preferito.
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